Purtroppo, l’atto chirurgico con il processo infiammatorio che ne consegue, l’impiego di potenti disinfettanti nel pre e post-operatorio e l’utilizzo di colliri con conservanti, può determinare facilmente un’alterazione del film lacrimale con comparsa di tutto il corteo di sintomi che trasformano un perfetto intervento chirurgico in un insuccesso per il paziente.
Anche l’esecuzione delle stesse incisioni è responsabile della sensazione di corpo estraneo che il paziente riferisce talvolta con insistenza tale da non apprezzare il recupero funzionale ottenuto.
La dislacrimia post-operatoria può avere un decorso acuto con manifestazioni di breve durata e rientrare successivamente nel giro di poche settimane, oppure cronicizzarsi ed avere un decorso più duraturo. I sintomi del Dry-Eye (Sindrome dell’Occhio Secco) nel post-chirurgia della cataratta possono coinvolgere pazienti già affetti da una patologia preesistente, con un peggioramento della sintomatologia e pazienti precedentemente sani, senza evidenza di sintomi prima dell’atto chirurgico.
La chirurgia refrattiva è una procedura praticata da oltre 30 anni che risulta sicura ed efficace, con un decorso post-operatorio rapido e con pochi fastidi nella maggior parte dei casi. Molti pazienti infatti sono in grado di riprendere le attività quotidiane dopo sole 24 ore, specialmente se hanno effettuato l'intervento con tecnica SMILE o LASIK. Altri invece possono avere fastidi anche per alcune settimane. Nei primi giorni dall'intervento sono frequenti:
- dolore
- bruciore
- rossore
- prurito
- lacrimazione
- secchezza
Durano generalmente 24 ore quando viene effettuata la SMILE o la LASIK, mentre possono durare oltre una settimana nel caso della PRK. In alcuni casi tutti i sintomi si possono manifestare in maniera molto intensa soprattutto nelle prime ore dopo l'intervento. Può essere necessario stare a lungo in una stanza buia e riposare.
In ogni caso, in circa il 30% dei soggetti operati può verificarsi una diminuzione della produzione di lacrime o un’alterazione del film lacrimale, condizioni che portano il paziente a sperimentare la sintomatologia dell’Occhio Secco.
La secchezza oculare può permanere mediamente da 3 a 6 mesi, ma i sintomi possono essere facilmente alleviati con l'uso di sostituti lacrimali. La chirurgia della cataratta è uno degli interventi caratterizzato da un considerevole aumento della qualità della vita per quanto riguarda l’attività quotidiana lavorativa e gli aspetti socio relazionali. L’occhio secco (dry eye) ha un’incidenza tra l’11 e il 33%, aumenta con l’età ed impatta notevolmente sulla qualità della vita essendo una patologia solitamente cronica. Conseguentemente un’alta percentuale di pazienti candidati a un intervento di cataratta può avere un occhio secco, sindrome che può essere accentuata dall’intervento o scatenata dall’intervento stesso se in uno stadio sub clinico.
È importante quindi individuare i pazienti a rischio al fine di instaurare una prevenzione e un trattamento adeguato. Il chirurgo della cataratta pertanto non deve solo concentrarsi sugli aspetti tecnici di una chirurgia all’avanguardia, ma anche sui segni clinici soggettivi ed oggettivi che possano indicare una disfunzione del sistema lacrimale ed in particolar modo di un occhio secco allo stadio clinico palese o latente. È importante che la chirurgia della cataratta sia eseguita su una superficie oculare sana o il più possibile normale per evitare che il risultato anatomico e funzionale sia vanificato da una sindrome di occhio secco. Questa si verifica con una certa frequenza dopo chirurgia della cataratta ed è la più comune e potenzialmente stressante complicanza della chirurgia della cataratta, che può determinare una slatentizzazione di un preesistente quadro clinico di occhio secco.
È fondamentale quindi, prima di un intervento chirurgico di cataratta, per evitare la sindrome da occhio secco post-operatoria:
- identificare i pazienti a rischio
- ottimizzare la superficie oculare prima della chirurgia con terapia adeguata
- utilizzare strategie intraoperatorie per minimizzare il danno alla superficie oculare
- ottimizzare i risultati della chirurgia attraverso il management post-operatorio